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Marea tossica

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Un nuovo caso per il commissario Nicola Aldani, tra le ombre senza pace del Petrolchimico di Porto Marghera e le luci di una Venezia fredda, minacciata e bellissima

Che cosa possono avere in comune un cadavere emerso in una fredda mattina di gennaio dal terreno avvelenato dell'ex Petrolchimico di Porto Marghera e tre anziani morti in un misterioso incidente nautico in laguna? Per il commissario Aldani la via verso la verità sarà lunga e incerta, e soprattutto difficile perché lo riporterà tra i fantasmi dolenti del Petrolchimico. Un passato che non riesce, e forse non può passare, quello dello «stabilimento» di Porto Marghera, una ferita aperta che un processo giudiziario dalla sentenza storica ma tardiva non è mai riuscito a rimarginare, un luogo che tocca corde profonde nei ricordi del commissario. Tra imprenditori in odore di malaffare, Pubblici ministeri spigolosi, strani incidenti e voci lontane, Aldani si farà strada in una cortina di reticenze, indagando sul business milionario delle bonifiche nell'ex area industriale dismessa, un passo dopo l'altro. A far da sfondo alla sua indagine, di fronte al Petrolchimico, Venezia: anche lei corrosa da mille problemi, tremante sotto l'assalto del turismo di massa, ma sempre bellissima e capace di offrire ancora un conforto di pietra e di acqua alle anime in pena. 

Credo sia la più completa ricostruzione in chiave letteraria del paesaggio del Petrolchimico... Una scrittura che trascina il lettore dentro la storia e affabula con la generosità della lingua e i dettagli delle descrizioni.

DAL LIBRO

Sul terreno, antiche gettate di cemento, schegge di pavimenti piastrellati e tracce di muri divisori testimoniavano che un tempo lì sorgevano costruzioni, gabinetti, spogliatoi, depositi. Poco più in là un affastellarsi di tubi multicolore corrosi all'esterno dalle intemperie e all'interno dai veleni rimasti intrappolati per anni nelle condutture, che ad aprirle si rischiava la vita... Chiunque sapeva cos'era accaduto al Petrolchimico, ma tutti cercavano di dimenticare. Aldani, al contrario, tentava di ricordare. Aveva seguito ogni fase del processo iniziato nel '98 e all'epoca si era letto gli atti e le sentenze. Il suo interesse era ai limiti del morboso. Ricordava molti dettagli, pur non essendo mai stato in quei luoghi di cui tante volte aveva letto, e trovarsi lì gli causava una specie di vertigine.

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