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Che dispiacere

Collana
Gialli TEA
Numero di pagine
248
Formato
Brossura
Su licenza di
Salani
Ean
9788850263660

Bernardo Barigazzi è uno scrittore che ha cominciato a fare il giornalista ma non l’ha detto a nessuno. Quando non scrive è impegnato a corteggiare Marzia, barista laureata in filosofia, con cui ha una relazione fatta, prevalentemente, di appuntamenti mancati. Con lo pseudonimo di Ivan Piri dirige Che dispiacere, un giornale sportivo che esce in edicola solo i giorni successivi alle sconfitte della Juventus. Sembrerebbe uno svago innocente, finché Barigazzi non si trova suo malgrado coinvolto in un’indagine di polizia. Manuel Carrettieri, ultrà con la passione per la cocaina, è stato ucciso e più di un indizio collega Barigazzi al delitto.
In una Bologna autentica e insieme fiabesca, tra le osterie del centro e i vialoni della periferia, va in scena una commedia degli equivoci popolata di indimenticabili protagonisti, densa di umorismo e umanità.

Di Paolo Nori colpiscono (e affascinano) due cose: la sua scrittura 'parlata', che ricalca cioè la lingua con cui si comunica quotidianamente, e il suo modo di leggere ciò che scrive, con una cadenza musical-regionale che dà vita a ogni riga.

Nori è scrittore inclusivo, che ama rendere racconto ciò che vive. Il piacere di scrivere è l'autentica forza dei suoi libri, un godimento primario.

Nori prima ti racconta una cosa che è accaduta al suo personaggio (un suo alter ego), poi sfuma il tutto, quindi lo rovescia. Si ride della coerenza incoerente dei suoi personaggi.

Bellissimo. Fin dall'inizio mi ha preso con una magia divertente e sincera che non mi ha lasciato più.

DAL LIBRO

Lui lo sapeva che se aveva l'impressione che le cose andassero bene, c'era qualcosa che non andava, allora faceva finta d'avere l'impressione che le cose andassero male che così era tranquillo. Malissimo, se era proprio in forma. Ma male male male male male male. Allora stava bene. Quando poi le cose andavano male davvero, come quella sera, era una specie di regalo. Non c'era bisogno di far finta. Era tutto vero.

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