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Il paradosso della diagnosi

Collana
TEA Varia
Numero di pagine
256
Formato
Brossura fresata con alette
Traduttore
Alessandro Zabini
Ean
9788850272969
In libreria dal
31 Ottobre 2025

Da una neurologa di fama internazionale, un saggio rivoluzionario e di denuncia
che si pone con autorevolezza al centro di un dibattito già aperto.

Siamo portati a credere che ricevere una diagnosi rappresenti il primo passo verso la guarigione o, almeno, la definizione di una condizione clinica. Ma è davvero sempre così? Talvolta, la ricerca ostinata di un’etichetta può spingerci a sottoporci a esami e interventi che, invece di risolvere o migliorare la situazione, finiscono per peggiorarla.
Negli ultimi anni, il costante perfezionamento degli strumenti diagnostici e la volontà, condivisa da medici e pazienti, di dare un nome a ogni disturbo hanno spinto la medicina contemporanea a perdere di vista il suo obiettivo principale: il benessere della persona. Così assistiamo alla definizione di nuove patologie, come il long Covid e la malattia di Lyme; alla ridefinizione di condizioni note, come l’autismo o il disturbo da deficit dell’attenzione; e all’uso di screening genetici sempre più precoci per prevedere il futuro stato di salute. Tuttavia, questa corsa alla diagnosi non è sempre la scelta migliore: può portare a patologizzare le differenze, a considerare malate persone che non lo sono e a incrinare il nostro rapporto con il corpo e con la salute.

Grazie alla sua lunga esperienza di neurologa, Suzanne O’Sullivan affronta queste tematiche con rigore scientifico e uno stile narrativo chiaro ed empatico, invitando il lettore a ripensare il significato della cura e a restituire alla medicina il compito più importante: prendersi davvero cura delle persone.

Una diagnosi di troppo affronta una questione complessa con intelligenza e compassione. Non ne parlerò mai abbastanza bene.

Preparatevi a leggere un libro coraggioso.

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